Paolo Giorza
Ritrovamento ALBA BAROZZI
Finalmente , dopo tanto tempo, sono riuscito a tirare quel cassetto...
Una nube di polvere d’anni, quasi una “bomba” tossica, mi riempì il viso ed anche le parti superiori degli abiti che avevo addosso …
Subito sono corso davanti allo specchio e, constatai che sembravo più uno scienziato al quale era scoppiato davanti un alambicco di ritrovamento chimico che ad un operaio di strade polverose !
Quel cassetto, rimasto chiuso per tanto tempo, mi aveva ridonato un tesoro : un insieme di manoscritti musicali che avevo messo lì tanti anni prima…
Mi pareva di essere un archeologo alla presenza del ritrovamento degli scavi a Troia, forse un novello Livingstone, quasi all’ interno del mio essere pareva sprigionarsi incontenibilmente la celebrità del ritrovamento, forse un posto nella storia della musica…
Emozionato e trepidante, come un innamorato al primo appuntamento, o come un fanciullo che la notte di Natale, attende i regali che gli porterà il Bambino Gesù ai piedi del letto, avevo il cuore che batteva fortemente ...
Avevo davanti a me il ritrovamento di un’ opera manoscritta, autografa e musicata dal compositore Paolo Giorza ; la speranza, o forse, nel sogno dell’autore, di aver composto il suo capolavoro, il suo "canto del cigno" !
Chissà se, quel musicista, dopo aver terminato un così monumentale melodramma in quattro atti, avesse sperato di ottenere un grande successo nei maggiori teatri del mondo...
Probabilmente si, anche nella speranza di riscattare il suo passato non da operista, ma da musicista di balli e balletti, dall' ispirazione a soggeti storici e fantastici, quale esempio di ardita modernità per allora...
Con l'opera, si era ispirato ad una tragedia accaduta nell’ antica Venezia, “une ville” costruita sull’ acqua come non mai, una splendida repubblica marinara, la regina del Mediterraneo, il cosiddetto “Mare Nostrum”…
Non oso immaginare la senzazione di un artista che, già in età matura, terminando un dramma lirico con parole e musica verso la fine di un secolo che aveva prodotto compositori come Verdi, Bellini, Rossini, Donizetti e così via, cosa potesse pensare...
A volte, presumo, quanta fatica ed evoluzione mentale, possa aver fatto un artista per dedicarsi a tradurre in note una vicenda storica o leggendaria così remota, dando una personale caratteristica armonica e melodica ad ogni personaggio…
Il compositore, in una bella copia in corsivo, tipica della sua grafìa, aveva minuziosamente descritto il costume da indossare per ogni personaggio dell’ opera, quasi riferendosi alla notazione inerente alla figura storica…
Si parlava di una vicenda veneziana del ‘ 300, ambientata in quegli anni buii ed, allo stesso tempo fastosi tipicamente di quella città lagunare, dominatrice dei mari, la famosa patria di Marco Polo, la grande repubblica marinare dominatrice dell’ oriente…
Se guardiamo uno spartito e osserviamo quelle “cigliegine” che si chiamano note, a volte a grappolo, come si può immaginare che quei frutti su quel pentagramma, diano tanta felicità in chi le suona e in chi le ascolta !
Ora, soffiando sulla polvere che ricopriva quella copertina del manoscritto, si leggeva bene il nome : Alba Barozzi, atto I, Paolo Giorza, su una specie di libro quaderno foderato all'antica, genuino, con all’ interno correzioni varie del musicista, in un tentativo di migliorarne i temi, gli accordi e le linee armoniche…
Gioia indescrivibile, vedere in quelle note, i momenti più o meno ispirati di un compositore che aveva dato lustro con le sue interpretazioni, almeno in tre continenti, alla bellezza della musica italiana, quale caso, forse unico, nella storia della musica…
Aveva riscaldato, con i suoi balli, gli animi trepidanti di una giovane Europa nel risorgimento, aveva dato lustro, nel Messico, al tempo di Massimiliano imperatore, nei maggiori teatri ed eventi musicali delle grandi Antille…
Probabilmente aveva conosciuto Louis Moreau Gottschalk, in tournée con adelina Patti, aveva un poco ricalcato la memoria di Cristoforo colombo in quei lontani paesi, aveva rappresentato l’ Italia musicale con il brio della sua musica da ballo
Sfogliando quel tesoro di scritti musicali, mi pareva di ripercorrere un’ esplorazione alla ricerca di quale arca o tesoro perduto in quel mondo creolo, caraibico dove tutto è danza e musicalità ritmica, pensare di essere su quelle spiagge sconfinate e multicolori…
Il mio entusiasmo prendeva maggiormente tendenza, quando, dopo tanti anni di abbandono in un cassetto, veniva alla luce, un inedito musicale, magari per avere una rapprentazione in un famoso teatro del mondo, oltre cento anni dopo, quale riscoperta mondiale di un ritrovamento storico !
Qui davanti, scorro le paginone per orchestra di quell’ opera, l’Alba Barozzi dei miei progetti, la risoluzione del più grande sogno nel cassetto, rinchiuso in quella custodia plasticata che lo ha avvolto nella polvere per tanto tempo…
Come un antico castellano che conserva le cose di valore, mi sembrava di rivivere la scoperta di un manoscritto che, forse, poteva essere il sogno di un compositore, il suo canto del cigno, quasi un Mahler od uno Schubert nell ' ispirazione delle loro sinfonie incompiute !!!
Mi pareva quasi di essere divenuto l’anima del Giorza, trasmessami come per incanto divino, quasi ne fossi divenuto l'esecutore testamentario del proprio desiderio inappagato...
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